Esami diagnostici del tumore allo stomaco
I progressi tecnici della diagnostica in medicina hanno permesso di scoprire il cancro più precocemente e con maggiore precisione rispetto al passato. Oggi le tecniche di visualizzazione clinica per la rilevazione e la diagnosi sono più numerose e sono notevolmente migliorate in sensibilità e specificità. La scelta della tecnica diagnostica più appropriata dipende dalla parte del corpo da esaminare e dal tipo di malattia di cui il medico sospetta la presenza.
Per quello che concerne il carcinoma gastrico, quando il paziente presenta i sintomi suggestivi di carcinoma gastrico o adenocarcinoma della giunzione gastroesofagea (GEJ) viene praticata una gastroscopia.
La gastroscopia è la procedura più utilizzata per la diagnosi dei tumori dello stomaco. Può risultare fastidiosa ma non è dolorosa ed è una tecnica diagnostica che può essere praticata anche in leggera sedazione (somministrazione, in vena, di un sedativo leggero per rilassare la muscolatura e la somministrazione di un sedativo locale sulla parete posteriore della gola). Il medico introduce attraverso la gola il gastroscopio, un tubo sottile e flessibile, e lo fa scorrere lungo l’esofago fino allo stomaco. In questo modo è possibile visualizzare la mucosa interna dello stomaco, scattare alcune fotografie ed eventualmente, se si osservano aree sospette, si può prelevare un campione di tessuto e procedere con la biopsia che aiuterà ad accertarsi della presenza o meno di cellule atipiche.
Prima dell’esame non si deve né mangiare né bere per almeno otto ore. Se i risultati della biopsia suggeriscono la presenza di un carcinoma, possono essere eseguiti esami radiologici per valutare correttamente il grado di diffusione locoregionale e a distanza del tumore.
Esame radiologico del tratto GI superiore con mezzo di contrasto (MDC)
Questa tecnica prevede l’utilizzo di raggi X per visionare il rivestimento interno di esofago, stomaco e regione superiore dell’intestino tenue. Prima dell’esame il paziente deve assumere una soluzione di bario come mezzo di contrasto per rendere possibile la visualizzazione.
Ecoendoscopia (EUS)
L’ecoendoscopia è una tecnica diagnostica che prevede la combinazione di endoscopia ed ecografia e che si esegue in anestesia generale o in leggera sedazione. All’estremità dello strumento è collocata una piccola sonda che emette gli ultrasuoni che sono poi convertiti in immagini da un computer. Questo permette un attenta valutazione delle lesioni delle pareti gastriche in quanto consente di visualizzare la profondità di penetrazione del tumore nelle pareti dello stomaco e nelle strutture circostanti. Inoltre, attraverso l’endoscopio il medico può introdurre un ago sottile per eseguire delle biopsie.
L’ecografia endoscopica può essere fastidiosa ma non dolorosa; tuttavia, se il paziente avverte dolore durante o dopo la procedura, il medico può somministrargli dei farmaci analgesici per lenire il fastidio. La sua esecuzione richiede meno di un ora.
Tomografia computerizzata (TC)
L’esame prevede l’utilizzo di raggi X per produrre immagini tridimensionali delle strutture interne del corpo. Al paziente generalmente viene somministrato per via orale e/o iniettiva un mezzo di contrasto (a base di Iodio) che migliora la visualizzazione. È importante che i soggetti allergici informino il medico preventivamente per effettuare una terapia antiallergica contro il rischio di reazione al mezzo di contrasto.
E’ consigliato il digiuno da almeno sei ore prima dello svolgimento dell’esame.
Risonanza Magnetica (RM)
In questo tipo di esame vengono utilizzate le onde a radiofrequenza in un forte campo magnetico per produrre immagini tridimensionali delle strutture interne dell’organismo. E’ un esame utile per i pazienti per i quali è controindicato il mezzo di contrasto iodato utilizzato nella tomografia computerizzata.
Come in tutti i precedenti esami diagnostici, sarà lo specialista a decidere se e quando è necessario sottoporsi all’esame in oggetto.
Tomografia ad emissione di positroni (PET)
E’ una metodica con la quale è possibile accertare, dopo avere iniettato un marcatore radioattivo, l’eventuale presenza di lesioni ad attivo metabolismo glucidico, tra cui quelle neoplastiche (sia primitive che secondarie). E’ un esame di secondo livello, cioè viene eventualmente richiesto se la TC non è sufficiente a dirimere la stadiazione esatta.
Al paziente viene somministrato per via endovenosa un radiofarmaco (FDG fluorodesossi-glucosio). Poichè le cellule tumorali sono caratterizzate da un maggior utilizzo del glucosio rispetto alle cellule normali, la “captazione” del FDG da parte della cellula sarà tanto più intensa quanto maggiore è la sua attività metabolica. In questo modo vengono evidenziate quindi delle aree "metabolicamente attive", sede di tumore.
Sezione a cura della Dott.ssa Elisa Giommoni - Medico Oncologo presso SC Oncologia Medica I AOU Careggi
Referenze
Linee Guida AIOM - Neoplasie dello stomaco